PANDORO
Dolce tradizionale di Verona dalla caratteristica
forma alta con grandi costole diritte e pianta a forma di stella ad
otto punte.
La sua pasta è soffice, leggera e delicata, formata
da fior di farina, uova, lievito naturale, burro e coperta da una pioggia
di leggerissimo e bianchissimo zucchero a velo vanigliato.
Il Pandoro fece la sua comparsa in occasione delle
nozze di Francesco Sforza con Bianca Maria Visconti, duchessa di Milano
e figlia naturale ed unica erede di Filippo Maria Visconti.
Donna splendida, colta e fastosa, Bianca Maria fu
promessa a Francesco nel 1432 ma il matrimonio fu celebrato soltanto
nel 1441 con una cerimonia fastosa.
Fu in quell’occasione che il pasticcere di corte
impastò il fior di farina con il lievito, il burro ridotto a spuma e
le uova e lavorò, per tantissime ore, con amore quest’impasto come volesse
trasferire in quell’ammasso lievitante tutto l’affetto che sentiva nei
confronti dei suoi padroni.
Trascorsa tutta la notte a lievitare, la mattina
successiva, il dolce fu infornato e dopo la cottura fu completamente
ricoperto da un’abbondante nevicata di zucchero bianco e profumato.
A questa ricetta originale, oggi, sono state apportate
delle varianti per rendere il Pandoro ancora più soffice e gradito;
le macchine hanno sostituito le mani del pasticcere nella lavorazione
della pasta; per i golosi più esigenti, il Pandoro si è arricchito di
creme o di gocce di cioccolato; gli intraprendenti hanno tentato di
cucinare in casa questo delicatissimo dolce ma hanno avuto la sorpresa
della difficoltà di riuscita, infatti, oltre ad essere molto laborioso
nell’impasto e richiedere una lunga la lievitazione, anche la cottura
presenta qualche difficoltà soprattutto se la temperatura del forno
non è perfettamente stabile.
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