PANETTONE
Celebre specialità dolciaria milanese che la leggenda
attribuisce alla corte viscontea della fine del ‘300, ma che, probabilmente,
ha origine più antica perché derivante, forse, dal Pane di Toni.
Toni era un panettiere un po’ distratto, sempre con
la testa fra le nuvole e costantemente innamorato di una fanciulla che
non pensava a lui; una notte si dimenticò di sorvegliare la cottura
del pane che bruciò.
Disperato per quello che era successo provò a rimpastare
tutto ciò che era salvabile con altra farina e con l’aggiunta di un
po’ di zucchero, lo rifece lievitare e rimise tutto in forno, questa
volta senza dimenticarsi di sorvegliare la cottura.
Il profumo si diffuse per tutto il paese tanto da
richiamare al forno una folla di golosi e la giovane di cui Toni era
innamorato; fu un successo tale che il giovane panettiere ripeté ogni
giorno quella delizia con l’aiuto della sua bella, dedita, però, a sorvegliare
la cottura.
Leggenda a parte, la lavorazione, secondo l’antica
formula, viene fatta in due impasti.
Il primo che comprende farina, lievito, acqua, burro
e zucchero, viene molto lavorato e fatto lievitare per dieci ore ad
una temperatura di 25 gradi.
Al mattino seguente viene fatto un secondo impasto
di farina, burro, zucchero, sale, cedro, uva sultanina e tuorli d’uovo
(sei uova ogni 700 grammi di farina); il tutto ben lavorato viene incorporato
nel precedente impasto, aggiungendo acqua tiepida.
Prosegue la lievitazione in ambiente caldo per altre
cinque ore e quindi si passa alla cottura.
Sia per la lunga preparazione ma soprattutto per
la laboriosa lavorazione dell’impasto, il panettone è un dolce che difficilmente
riesce bene cucinato in famiglia, è, invece, oggetto di una produzione
industriale molto progredita oltre che di produzione artigianale da
parte di singole pasticcerie.
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