ANGURIA
Dolce, croccante e
fresco, l’anguria è uno dei tradizionali frutti estivi.
L’anguria, o
cocomero, altro termine usato per indicare il frutto e la pianta del
Citrullus lanatus, è la grossa bacca dell’omonima pianta
proveniente dall’Africa tropicale, conosciuta già nell’antico
Egitto.
La pianta si
presenta con fusto erbaceo, fiori gialli e grosse foglie pelose.
Il frutto può
arrivare a pesare anche 20 kg, ha polpa rossa o gialla, è dolce e
ricco di acqua.
Esistono molte
varietà d’anguria; tra queste ricordiamo la Sugar Baby
(rotonda con polpa rosso vivo), la Madera (rotonda con polpa
rosso-arancia) e la Galery (forma ovale e polpa rossa).
L’anguria è un
frutto molto apprezzato in tutto il mondo, ormai da lungo tempo.
Nella mitologia egizia, il frutto nasceva dal seme della divinità
del deserto, il dio Seth. Molto spesso era collocata nelle tombe
dei faraoni come nutrimento per l’aldilà.
Con l’arrivo dei
popoli musulmani, l’anguria si diffuse anche in Europa.
Il frutto
tipicamente estivo si consuma fresco, di solito tagliato a fette e
senza alcun condimento. È anche utilizzato per preparare dolci,
gelati, confetture e frullati. Trova impiego anche in cosmesi per la
preparazione di lozioni idratanti.
L’anguria un è
frutto ricco di acqua (approssimativamente il 95% su 100 grammi di
prodotto), privo di grassi e con pochissimi carboidrati (circa il
4%); il suo piacevole sapore dolce è dato dalla presenza di sostanze
aromatiche. Ha proprietà rinfrescanti, dissetanti e idratanti. E’
indicato in caso di diete dimagranti, dato lo scarso apporto
calorico. Ha inoltre un buon contenuto di vitamine A e C e di
potassio.
Per riconoscere una
buona anguria basta osservare la buccia; le striature devono essere
allargate, la buccia tesa e, battendoci su con le nocche, deve
produrre un suono nitido e non sordo.
Da diversi anni
sono presenti su alcuni mercati angurie dalle caratteristiche e
dalle forme assai strane, come l’anguria cubica, quella gialla, la
minianguria senza semi e del peso di 2-3 kg e la coco-ananas,
anguria nata da un innesto di origine asiatica e prodotta in Sicilia
e Basilicata, il cui sapore ricorda il mango e l’ananas.
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