La tradizione? E’ quella che permette
di conservare, per fortuna, quei sapori che ora puoi gustare e che senza la
tradizione ti potrebbero solo raccontare. Ascolta! Fin dagli inizi del 1900, in
qualsiasi regione italiana, in qualsiasi paesello di montagna, c’è la tradizione
della pizza dolce di Pasqua. Ti posso fare l’esempio di un’ottima ricetta da
sempre cucinata nell’Italia centrale. Devi sapere intanto che un secolo fa le
campane dopo aver taciuto tre giorni, ritornavano a rintoccare la mattina della
domenica di Pasqua; ora invece chissà perché suonano alla mezzanotte fra il
sabato e la domenica. Mah... altri tempi. Ma torniamo alla ricetta: iniziamo il
venerdì mattina. Poiché ci vogliono due giorni per fare la pizza dolce di
Pasqua, tutto iniziava appunto il venerdì santo. La mattina quindi, si faceva un
primo piccolo impasto con 100/150 grammi di farina, un poco di latte nel quale
si scioglieva il lievito di birra. Tale impasto si faceva lievitare tutto il
giorno, coperto da un tovagliolo.
Alla sera si riprendeva l'impasto ben
lievitato e ci si aggiungeva un bel po' di altri ingredienti. Intanto dell'altra
farina, diciamo altri 400 grammi, poi 5 uova, 150 grammi di zucchero, 40 grammi
di burro ammorbidito, cannella, semi di anice, uvetta passa e canditi. Si
impastava il tutto per bene e si lasciava una notte intera a lievitare di nuovo.
Al mattino si prendeva l'impasto lievitato, si rimpastava di nuovo e si metteva
in una teglia imburrata ed infarinata e si lasciava lì per la terza
lievitazione: è chiaro che se non si disponeva di una teglia bella grande,
allora si usavano due più piccole, perché devi mettere in conto che la pasta che
si metteva nella teglia per la terza lievitazione non doveva superare un terzo
dell'altezza della teglia, dal momento che nella terza lievitazione raddoppiava
di volume. La sera finalmente si cuoceva. Allora si preparavano sul tavolo la
teglia o le teglie con le pizze dolci già lievitate e pronte da cuocere, si
coprivano con tovaglioli, e si portavano dal fornaio nella piazza principale del
paese, eh già mica avevamo il forno in casa...
Domenica mattina. Pasqua. Si faceva
colazione, la classica colazione di Pasqua. Con quella buona e fragrante pizza
dolce. Certo, ora mangio la cioccolata delle uova di Pasqua, ed inzuppo la
buonissima colomba pasquale nella cioccolata calda; una volta inzuppavo la pizza
dolce nel latte e caffè e le uova di cioccolata non sapevo neanche che
esistessero. Ma per il resto, per fortuna, la colazione era com’è adesso:
frittata, caciotta fresca, salame, uova sode….