La Cucina Francese e la sua importanza storica
La
cucina francese
è il risultato di una fusione di varie culture culinarie che ha avuto inizio nel
medioevo, innanzitutto perché lo stato nazionale francese è uno dei più antichi
regni creatisi, ma soprattutto perché in un territorio tanto vasto sono riuscite
a convivere e a fondersi diversi modi diversi di intendere l’alimentazione.
La cucina
aristocratica francese, ovviamente la più ricca, venne aperta anche alla
popolazione dalle origini più modeste a causa della Rivoluzione Francese. Alcuni
aristocratici rimasti senza nulla si riciclarono come ristoratori, proponendo i
piatti che erano presentati nei loro palazzi.
Partendo dal
medioevo, possiamo distinguere due tradizioni distinte nella cucina francese. Al
sud del Paese c’era una certa continuità con i gusti romano - latini dei vecchi
conquistatori, mentre al nord andava a formarsi un gusto più simile a quello
germanico - britannico.
Alimento comune
nei pasti dei nobili e in quelli dei poveri era, senza alcun’ombra di dubbio, la
carne essiccata. Questa a volte tendeva a rovinarsi con il tempo. Per ovviare al
pericolo di mangiare qualcosa di rancido, fin da quest’epoca, inizia la
predilezione dei francesi per le salse, specialmente quelle forti che
permettevano di coprire i sapori.
La cucina
francese trova un primo cambiamento con l’avvento al trono di Francia di
Caterina de’Medici, andata in moglie ad Enrico II. La sovrana portò alla corte
di Francia dei cuochi provenienti da Firenze. I nuovi arrivati, sotto l’impulso
della regina, iniziano a creare una cucina dai sapori più omogenei, evitando
accostamenti dolce – salato come ad esempio la carne insieme alla frutta, che
invece erano normali nei pasti d’Oltralpe.
Successivamente
le due tradizioni culinarie, quella antica francese dai gusti contrastanti e
quella fiorentina dai sapori più omogenei, sopravvissero entrambe, anzi in
alcuni casi crearono una commistione tale da rendere la cucina francese ancora
più famosa grazie ad una grande laboriosità nella preparazione dei pasti unita
ad una delicatezza dei sapori.
Tra gli
insegnamenti provenienti dai cugini italiani, i francesi non hanno comunque
preso l’amore per la pasta di grano duro. In Francia infatti si usa
principalmente la pasta di grano tenero, ma solo come contorno. Stesso discorso
è possibile farlo per il riso, un primo piatto per gli italiani, un alimento per
legare le varie salse per i francesi.
Come abbiamo
detto sopra sono diverse le anime culinarie francesi, che spesso variano anche
da zona a zona del Paese. Di seguito una breve suddivisione delle varie
peculiarità alimentari francesi per macro – regioni.
Nel sud del Paese
sono molto utilizzati i piatti a base di pesce: in particolare ricordiamo la
tipica zuppa, la Bouillabaisse e una salsa tipica per le zuppe, rouille, a base
di spezie come paprica e zafferano. Sempre al sud, ma derivante dalla tradizione
rurale romana, è utilizzo della carne degli animali da cortile. In questo ambito
particolarmente famoso è il foie gras, ovvero il fegato di un’oca o un’anatra
fatto crescere in maniera abnorme da una alimentazione eccessivamente ricca di
grassi dell’animale. È per la sofferenza causate all’animale per preparare la
pietanza che di questo piatto è stata chiesta l’abolizione dagli animalisti.
Il maiale, come
in quasi tutta l’Europa ricopre un ruolo importante sulle tavole. Come in Italia
anche in Francia del maiale praticamente non si butta niente: si cucinano collo,
petto, cosce e si preparano gli insaccati.
Nel sud del Paese
il piatto tipico con il maiale è il cassoulet: salsicce e fagioli bianchi
preparati in stufato.
Spostandoci al
nord della Francia si notano delle differenze tra l’est e l’ovest. Ad oriente si
è più vicini alla tradizione culinaria germanica, con l’utilizzo di molta carne
di maiale, diversi tipi di salsicce e soprattutto cavoli di vario tipo. A
conferma di ciò possiamo citare come piatto tipico la choucroute, preparata a
base di carne di maiale e salsicce condite con vino bianco e ginepro e
accompagnate da della verza.
Ad occidente la
Bretagna, un tempo terra di dominio britannico, ha le sue peculiarità nella
pesca dei crostacei e l‘utilizzo abbondante di aglio e burro.
Un discorso a
parte lo merita la principale isola dello Stato Francese, la Corsica. In questa
terra la cucina è molto simile a quella ligure (non ha caso la Corsica è stata
per diversi secoli dominio della repubblica di Genova), ma non sono da
sottovalutare la produzione casearia e quella dell’olio d’oliva.
Tornando al
continente, un piatto spesso utilizzato sulle tavole francesi, soprattutto
quelle più povere è il mirontòn, ovvero un piatto fatto a base di carne di manzo
(quella solitamente avanzata dal bollito), tagliata a pezzettini e cotta in
padella insieme alla cipolla.
Uno tra i
maggiori esportatori della grandezza francese in cucina è stato
Georges Auguste
Escoffier, uno chef vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Emigrato in
Inghilterra organizzò, insieme a Ritz, iniziò ad organizzare la cucina di grandi
alberghi e ristoranti.
Lui stesso ha
messo per iscritto la sua organizzazione e razionalizzazione dei metodi di
cucina attraverso i libri
“Le Guide
Culinaire” e “Le Livres des Menus”.
Tra i suoi piatti
più famosi ricordiamo il dolce della “Pesca Melba”.
Un nuovo impulso
alla diffusione della cucina francese è giunto da un’opera cinematografica del
2009 di Nora Ephron, Julie & Julia, dove una donna, Julie decide di cimentarsi
nella preparazione dei 524 piatti presenti nel libro "Mastering the art of
French Cooking” di Julia Child.
Federico Alvaro Bellucci
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