PREVENZIONE IN CUCINA
I consigli che sono dati sull’alimentazione sono vari e
spesso anche contraddittori, creando confusione e provocando il nostro
disinteresse per ciò che mangiamo, facendoci sentire in colpa davanti una
tavola. Chi sconsiglia la carne e chi la consiglia, chi afferma che il vino va
evitato ma aggiunge che un bicchiere a pasto aiuta le arterie, i dolci vanno
eliminati e poi si scopre che il cioccolato è un antidepressivo, la frutta fa
bene ma le mele favoriscono le carie. Insomma ce né tanto da farci diventare
matti. Qual è dunque la linea che dobbiamo seguire per non sentirci ogni volta
in colpa se abbiamo seguito un consiglio piuttosto che un altro. Avere una
risposta certa può sembrare un’utopia, ma vi sono alcune regole che se
rispettate ci faranno sentire meglio senza privarci completamente dei piaceri
della tavola.
Teniamo presente che in cucina vi possono essere dei cibi che
aiutano la salute ed altri che aggravano determinate patologie, però il
nostro fisico ha bisogno di tutti gli alimenti, quindi la prima regola è la
"moderazione". Fare attenzione a ciò che mangiamo è una forma di prevenzione
medica, un’attenta alimentazione è sicuramente un modo per prevenire o
migliorare problemi di salute, e poi curarsi mangiando è senz’altro più
divertente ed emotivamente consolante che limitarsi a prendere medicine. Lo
stomaco e l’intestino diventano il miglior giudice nello stabilire ciò che
digerisce meglio, e se ciò che mangiamo non è gradito ci avvertirà provocando
sensazioni di pesantezza, nausea, o perfino dolori, disturbi che possono essere
provocati anche da una masticazione frettolosa, cucina troppo grassa,
associazioni indesiderabili o altro ma se una volta eliminate queste cause
perdura il malessere basterà incominciare a selezionare ed eliminare ciò che non
gradiamo dal nostro menù. Nella preparazione di un pasto bisogna tenere presente
che vari ingredienti di natura differente uniti insieme in un unico piatto sono
di difficile digeribilità, meglio quindi tanti cibi divisi tra loro che un unico
piatto cucinato tutto insieme, è consigliabile anche usare pesce e carne in
proporzioni minori e aumentare quelle di cereali ed ortaggi, avere ad ogni pasto
alimenti fermentati aiutano la digestione, (pane, birra, ecc.), e per chi ha
problemi di dieta bisogna favorire alimenti voluminosi ed a bassa concentrazione
energetica. Di solito si guarda alla qualità dei cibi e si fa poca attenzione
poi al metodo di cottura e conservazione, ancor meno alle associazioni
alimentari ed ai recipienti con cui si cucina, che possono alterare le qualità
dei cibi.
Saper cucinare quindi è anche un metodo per diventare medici di noi
stessi. Il saper preparare un piatto che sia gustoso, abbinando gli alimenti in
modo che aiutino la digestione, in cui i principi nutritivi siano salvaguardati,
e che nel momento della cottura non si producano sostanze tossiche, è meno
complicato di quanta possa sembrare.
Iniziando a cucinare gli alimenti (sperando nella loro freschezza) bisogna
tenere presente che: dobbiamo prepararli senza distruggere troppe vitamine,
evitando di fabbricare sostanze cancerogene, combinando gli alimenti in modo che
si completino, e preparali nei giusti recipienti che non li alterino tutto ciò è
meno difficile da attuare di quanto possa sembrare.
Premettendo che l’argomento
affrontato è ovviamente più vasto di com’è
descritto in questo articolo vi consiglio, se v’interessa, di approfondirlo
ulteriormente, intanto a grandi linee per potervi orientare sappiate che molte
sostanze vanno perdute già all’inizio per vari fattori come; la raccolta prima
della maturazione, i tempi d’immissione sul mercato, le raffinazioni e
lavorazioni dei prodotti, con la cottura si rischia di eliminare le restanti
sostanze, questo si può evitare tenendo presente al momento di preparare un
prodotto che: quasi tutte le vitamine del gruppo B sono resistenti al calore
mentre la vitamina C si perde per il 10 per cento, quando si superano i 100°
gradi per almeno 30 minuti, anche la preparazione con troppo anticipo di verdure
favorisce perdita di vitamine, tutte le sostanze organiche vegetali o animali si
modificano alla presenza dell’aria, ma più è vasta la superficie di contatto con
l’aria più la rapidità d’ossidazione aumenta con la temperatura, semplificando,
più tardi si taglia o si lavora un prodotto meno sono i rischi di perdere troppe
vitamine.
L’eccessivo apporto di nitrosamine aumenta il rischio di cancro, per
cucinare senza fabbricare od usare troppe sostanze cancerogene, non consumare
eccessive quantità d’ortaggi ricchi di nitrati come spinaci, ravanelli, lattuga
di serra, sedano bianco ecc., non conservarli in sacchetti di plastica chiusi,
consumare rapidamente o mettere nel frigo gli ortaggi ricchi di nitrati e le
preparazioni che contengono nitrati, non consumare minestroni o succhi d’ortaggi
rimasti diverso tempo a temperatura ambiente, limitare il consumo di pancetta e
lardo fritti. Cercate di avere un apporto sufficiente di vitamina C poiché essa
inibisce la formazione di nitrosamine. La cottura alla brace produce sostanze
cancerogene, i rischi diminuiscono se si consumano insieme alimenti ricchi di
sostanze anticancerogene contenenti vitamina A, (carote, indivia, peperoncino,
prezzemolo, ecc.,) la vitamina E, che impedisce la formazione di nitrosamine,
anche alimenti contenenti le fibre aiutano, perché accelerando il passaggio
intestinale riducono il tempo di contatto delle sostanze tossiche
nell’intestino.
La scelta dei recipienti e del vasellame in cucina ha
la sua importanza, l’alluminio può presentare l’inconveniente del verderame e la
pulitura con pagliette di ferro produce un distaccamento di parte di questo
materiale, se non è sciacquato molto bene ne possiamo ingerire con i cibi, la
cottura in contenitori d’alluminio favorisce la distruzione della vitamina C
negli alimenti, e sembra trattenga il piombo presente nell’acqua, favorisce
anche la formazione di sostanze mutagene in cotture alla griglia.
Il teflon, usato come rivestimento nelle pentole che
permette la cottura senza grassi è teoricamente inoffensivo se: non si superano
i 250°C altrimenti si decompone e diventa tossico, ma anche ogni volta che
incomincia a consumarsi ed appaiono parti della pentola senza rivestimento è
consigliabile eliminare la pentola.
Pentole di ferro o ghisa lasciano negli alimenti, come
nel caso dell’alluminio piccole particelle di metallo, tuttavia si possono
considerare quasi benefiche al fabbisogno dell’organismo che soprattutto per
quanto riguarda il ferro non n’assimila abbastanza dai cibi.
Il rame presenta lo stesso inconveniente e se usato
spesso diventa tossico per l’organismo, anche la cottura in questi contenitori
favorisce la distruzione della vitamina C nei cibi.
Le pentole smaltate, il vetro, la terracotta e la
porcellana sono ottimi materiali inerti anche se presentano l’inconveniente
della fragilità.
I contenitori di legno ed i mestoli di questo materiale
sono ottimi in cucina, in caso di contatto con salse acide o calore non
rilasciano particelle metalliche, ed ortaggi o frutta si ossidano meno
rapidamente che quando sono a contatto con i metalli.
Le materie plastiche usate per utensili non sono
aggredite dai prodotti alimentari, salvo che, questi non siano molto acidi o
molto caldi, in questo caso rilasciano quantità irrisorie di materie plastiche
che passano negli alimenti.
Patrizia Rubicondi