Barman
La professione del Barman è sicuramente ricca di fascino e di
storia; il cinema, la letteratura ed altre arti ci hanno sempre presentato una
figura professionale capace di mescolare sapientemente i liquori (cocktail), di abbinare ed
esaltare i gusti ed i colori, di stimolare la vista ed il gusto, di rendere la
preparazione ed il servire vere e proprie arti.
Oggi il barman è propriamente l’addetto alla mescita nei bar
o nei pub, ossia chi prepara e serve non soltanto cocktail e drink, ma prodotti
di caffetteria ed altro; i suoi compiti principali sono conoscere tutti gli
ingredienti primari, l’attrezzatura necessaria alla preparazione, capire i gusti
del cliente, proporre prodotti capaci di soddisfare le diverse esigenze, curare
ogni dettaglio - dalla preparazione al risultato finale - e servire il tutto con
professionalità e competenza. Da tutte queste premesse si deduce che, per
diventare barman, occorre studiare, specializzarsi e, ovviamente, fare tanta
pratica. Le strade che portano alla professione sono rappresentate dagli studi
condotti negli istituti alberghieri e corsi organizzati dalle associazioni di
settore.
I corsi acrobatici, in Italia e all’estero, mirano a creare
figure professionali specializzate nella preparazione di base e nell’attività
acrobatica.
Negli ultimi anni è nata negli Stati Uniti d’America e nel
Canada una nuova figura che mescola accoglienza e organizzazione del lavoro,
intrattenimento e velocità nella preparazione e presentazione di cockail e
drink: il Bartender (Barman acrobatico) è capace di lanciare ed afferrare
oggetti con una precisa serie di movimenti (roll, roll and turn, back hand, pull
back, etc.) e preparare drink con versamenti contemporanei o multipli. Lo stile
che permette il Bartending è denominato Flair (inventiva), e si distingue in
Working Flair, caratterizzato da una serie di movimenti rapidi finalizzati alla
preparazione del drink, e in Exhibition Flair, ossia esibizione e puro
intrattenimento.
Le origini del Flair risalgono alla metà dell’800.
Nel 1975 Mike Werner perfezionò i movimenti standard del
Flair, concatenando e catalogando le tecniche. In Italia il Bartending è nato
grazie agli insegnamenti di Paulo Jorge Bentes Ramos e Marco Ranocchia.
Tra le varie associazioni e federazioni nazionali che
organizzano corsi di formazione, seminari e stages per la professione del barman
ricordiamo la FBI (Federazione Italiana Barman); dal 2001 la federazione
organizza corsi in varie città. Per informazioni:
http://www.federazioneitalianabarman.com/
AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori); dal
1997 organizza 13 corsi regionali su tutto il territorio nazionale;
www.aibes.it
Vi proponiamo alcune curiosità riguardanti i
cocktail, i loro
nomi e le persone che li hanno creati.
Negroni. Intorno agli anni ’20, a Firenze,
nel Caffè Casoni, il barman Fosco Scarselli ed il Conte Camillo Negroni creano
un cocktail composto di Vermouth (Cinzano o Carpano), bitter Campari e gin.
Oggi la ricetta classica prevede 1/3 di Gin London Dry (dal
gusto secco e profumo intenso, nato in Olanda e caratterizzato dal gusto di
bacche di ginepro), 1/3 di Martini Rosso ed 1/3 di Bitter Campari; i liquori
vengono mescolati velocemente e serviti in un bicchiere tumbler basso o old
fashioned con ghiaccio e mezza fetta d’arancio.
Alexander. Cocktail alcolico composto di 2,5 cl di crema
cacao scura, 2,5 cl di Cognac, 2,5 cl di panna liquida e noce moscata. Pare che
il cocktail sia nato nel secolo scorso in occasione delle nozze di Lord
Lascelles e Mary Princess.
B-52. Cocktail molto alcolico composto in parti uguali
(1/3) di Kahlua, Bayley’s e Grand Marnier; è nato negli Stati Uniti d’America ed
ha preso il nome dell’aereo da bombardamento B-52.
Pina colada. Cocktail creato dal barman Don Ramon Ramiro
Perez nel 1954; è composto di 3/10 di Rhum bianco, 2/10 di latte di cocco e 5/10
di succo d’ananas.