Come tutti i
liquori si prepara una miscela di alcool, il vegetale prescelto e
zucchero (indispensabile per il processo della fermentazione), si
lascia fermentare poi si procede alla distillazione, oppure come
nel caso del Fernet si effettua un infuso, a base di china, con
l’aggiunta di altre piante di cui si utilizzano le foglie o le
radici.
Gli amari che si
producono sono tantissimi, hanno in comune il gusto amaro che già
partendo dalle papille gustative favorisce un processo digestivo,
unito egli effetti benefici contenuti nelle piante che agiscono sul
fegato.
Si può operare un
distinzione tra gli amari a seconda delle componenti contenute.
Abbiamo gli amari
puri che contengono il trifoglio, di cui si usano solo le foglie,
oppure che contengono genziana: poi abbiamo gli amari alcaloidei
che contengono la corteccia di china o, altra pianta ricca di
alcaloidi, gli amari aromatici che contengono sostanze aromatiche
come l’arancio amaro; gli amari salini che contengono cardo o
cicoria oppure tarassico, ed infine gli amari mucillagginosi che
contengono lichene o dulcamara.
Questi sono solo
esempi delle piante che sono impiegate nella fabbricazione degli
amari. Ricordiamo il Centerbe, liquore ottenuto dalla distillazione
di cento erbe, come dice la sua denominazione ed è composto da erbe
aromatiche ed officinali, alcune di queste sono la cicoria, il
cardo, la ginestra ecc.
Molte ricette di
amari sono segrete , ma tutti hanno in comune le qualità digestive.
Da sempre noti sono
gli infusi che si possono ottenere dalle piante: dalla casalinga
“limonata calda” al “canarino”. La prima preparata con il succo di
limone, il secondo con la buccia del limone. Molte sono le erbe di
facile raccolta nei prati e nei campi, trovate facilmente in
qualsiasi erboristeria e messe in infusione.
Ricordiamo che
negli infusi è sempre meglio prenderli amari o usare del miele al
posto dello zucchero, perché quest’ultimo può alterare l’efficacia
dell’infusione.
Non tutti sanno che
con la lavanda, usata per profumare la biancheria come sanno tutti,
o meglio, con i fiori mesi in infusione in acqua calda (si possono
usare insieme anche ad altri tè) è un efficace antinfiammatorio
gastrico.
Oppure il
tarassaco, comunemente chiamato dente di leone, è ottimo per un
infuso di fiori e foglie come cura dei problemi gastrici. I fiori di
primula messi nell’insalata insieme a una o due foglie, curano
l’acidità di stomaco, mentre il tè di viola, ottenuto dai fiori
messi in infusione, è un ottimo antinfiammatorio per lo stomaco e
per l’ulcera.