Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Karkadè

 

La bevanda del Karkadè si ricava essiccando la corolla dei fiori di Ibisco. La pianta fa parte della famiglia delle Malvaceee, il Karkadè come la malva e la calendula ha delle proprietà antinfiammatorie.

La bevanda viene ricavata, come detto, mediante l’infusione dei fiori essiccati, dando origine alla tipica bibita di colore rosso.

Negli anni ’30 questa bibita era molto usata in Italia, perché durante l’epoca fascista a causa dell’autarchia (ricordiamo che i fiori di Ibisco sono originari dell’Abissinia che fu possedimento italiano dal 1936 al 1941), si usava al posto del tè che proveniva da Paesi stranieri che attuavano l'embargo contro l'Italia.

Il Karkadè è coltivato oltre che in Africa, nei Carabi, nella zona tropicale dell’America ed in India.

Oggi è molto usato in Egitto, ed è tipico dei negozi che vendono oggetti per i turisti offrire questa bevanda prima di presentare i loro prodotti.

Il nome latino del karkadè è hibiscus sabdariffa, ed è anche denominato tè rosa dell’Abissinia.

Ha un sapore leggermente acidulo e usato freddo è molto dissetante.

Se ne può bere in grande quantità perché non contiene eccitanti e bevuto caldo ha proprietà digestive e di regolazione epatica. Solo se usato in modo eccessivo può avere un’azione lassativa.

Possiede proprietà antinfiammatorie ed è consigliato nei casi in cui è necessario stimolare difese immunitarie dell’organismo: raffreddori, malattie infettive ed influenze.

Inoltre contiene vitamina C in quantità doppia rispetto alla spremuta di arancia, si anche può usare esternamente in caso di infiammazioni della pelle.