Una tra le cucine tipiche regionali che
si stanno dimenticando è la "cucina romana" chiamata spesso "cucina
romanesca".
La causa probabilmente è da
attribuirsi all’enorme affluenza di persone di altre regioni italiane e di altre
nazioni che hanno portato gusti e ricette diverse unendoli ai sapori locali; è
anche vero che il "romano de Roma" è ormai quasi scomparso, un’eccezione, ed era
lui che aveva quel bagaglio di tradizioni e ricette locali tramandategli dalle
madri o nonne.
La cucina romana è accusata di usare condimenti troppo pesanti,
(che in ogni caso si ritrovano in tutte le cucine popolari) fatto sta che quando
si pensa ad un piatto romano la mente va subito alla "pajata" o alla "coda alla
"vaccinara", ricette che spaventano più per gli ingredienti principali, che per
il sapore.
Difatti non sono poche le persone che assaggiando questi piatti per
la prima volta e non conoscendone gli ingredienti li hanno trovati molto
gustosi.
Le ricette della cucina popolare sono nate soprattutto dalla necessità
di usare prodotti economici, e facilmente reperibili.
Anche la cucina romana si
attiene alle stesse regole, usando per lo più alimenti una volta ritenuti di
minor pregio, ora riscoperti e per questo rivalutati anche economicamente.
Nella
cucina romana classica prevalgono condimenti come strutto e lardo, poiché l’olio
d’oliva era ritenuto un condimento da ricchi e si consumava con parsimonia.
Dai
nostri nonni, era usato solo per condire l’insalata.
Oggi educati ad un regime
alimentare forse più attento ed avendone la possibilità si preferisce l’olio
d’oliva, ne soffrirà il sapore della ricetta originale, ma il piatto sarà più
digeribile.
Se si pensa ad una ricetta della cucina romana il piatto classico
come detto è la coda alla "vaccinara", in questa ricetta ci sono alcune modifiche per renderla più leggera, comunque, non
ci si discosta eccessivamente dalla ricetta originale.
alcune ricette tipiche (cliccate per accedere alle
ricette):