VENOSA
La città, si adagia su un pianoro a circa 400 metri
sul livello del mare, e si trova ai confini con la Puglia. È certamente
la città più antica della Basilicata come testimoniano numerose armi
e suppellettili preistoriche rinvenute nei dintorni e conservati nel
"Museo Lapidarium".
Fu fondata da popolazioni provenienti dalla Tracia,
condotte da Diomede, dopo la guerra di Troia. "Venusia" era certamente
città popolosa quando, nel 291 a.C., venne conquistata dal console romano
Lucio Postumio. La maggior parte degli abitanti furono passati a fil
di spada e rimpiazzati con la colonia romana.
Nella guerra contro Cartagine il console Terenzio
Varrone, sconfitto da Annibale a Canne nel 538, si rifugiò con
700 cavalli a Venosa ma in pochi giorni riuscì a raccogliere un corpo
di 4 mila uomini. Il console Claudio Marcello dimorò a Venosa e fu sconfitto
da Annibale presso Banzi e ucciso. I suoi resti furono sepolti a Venosa.
Sempre da Venosa il console Nerone, con un esercito
di 40.000 uomini, a marce forzate, raggiunse le rive del Metauro ove
sconfisse Asdrubale, fratello di Annibale.
L’antica "Venusia" continuò ad essere importante
anche perché dava accesso alla via Appia, tappa obbligata nel viaggio
da Roma a Brindisi. Pare che lo stesso Cicerone avesse qui una sua villa.
A Venosa nacque, nel 65 a.C., da un esattore, Quinto Orazio Flacco,
il più grande poeta della latinità.
Nell’851 fu conquistata e quasi distrutta dai Saraceni.
A Venosa nacque Manfredi Lancia Hohenstaufen figlio
naturale di Federico II.
I nobili D'Angiò, i Del Balzo Orsini, gli Aragonesi,
i Gesualdo, i Ludovisi ed i Caracciolo, si avvicendarono nel governo
di Venosa ed arricchirono le pagine della sua storia, di varie sfaccettature
culturali.
Venosa oggi custodisce nei vari siti archeologici,
testimonianze tangibili delle evoluzioni culturali succedutesi nel corso
dei secoli e oggi è una città enormemente sviluppata, specie nella zona
alta, con moderni edifici.
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