NONANTOLA
La fama di Nonantola, comune in provincia di Mantova,
è legata più al monastero benedettino fondato dal longobardo Anselmo
nel 752.
Anche se gli edifici romani sono ormai scomparsi,
di questo passato rimangono ancora numerose tracce, come una viabilità
ortogonale che si identifica con gli assi delle centurie, i fossati
di scolo, i toponimi di origine romana, i frammenti di mosaici e i reperti
archeologici di vario genere che si possono ammirare nel Museo Archeologico.
Oltre ai portici che fiancheggiano piazza Liberazione
e via del Passeggio, oltre alle due grandi torri superstiti, quella
dei Bolognesi e quella dei Modenesi, poste a difesa del borgo, da ammirare
gli ambienti dell'ex Refettorio del Convento, l'antica Pieve dedicata
a S. Michele e la chiesa di Santa Filomena
Con Napoleone arrivò l’esproprio dei beni e dei terreni
di cui ancora godeva l’Abbazia, e nel 1898 il palazzo venne ceduto al
Comune di Nonantola e da allora è la sede dell’Amministrazione.
Una caratteristica importante della zona è la rete
agricola; si tratta di una rete ordinata di fossi e carreggiate di campagna
che seguono il corso dell’antica centuriazione
romana, dal Canale Torbido, antichissimo corso d’acqua strettamente
legato alla vita di Nonantola.
Istituita nel 1995 dal Comune, l’area di riequilibrio
ecologico del Torrazzuolo è posta alla confluenza del canal Torbido
e del Fosso Bosco, all’interno del territorio della Partecipanza Agraria,
ente che raccoglie l’eredità della Charta del 1058 (contenuta
nell’Archivio Abbaziale) in cui l’abate Gottescalco stabiliva, per tutto
il popolo nonantolano, il diritto di usufrutto perpetuo di una parte
dei terreni di proprietà del monastero. Una singolare forma di gestione
del territorio che continua ancor oggi secondo antichissime consuetudini.
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