SASSARI
Sassari, è con i suoi 129.000 abitanti, la seconda
città più importante dell'isola. Il suo nome si trova per la prima volta
in un antico registro del monastero di San Pietro di Silki, dove in
un atto del 1131 è nominato Jordi de Sassari.
Sassari è una città "giovane" ma il suo territorio
e il Museo Sanna offrono numerose testimonianze della presenza dell'uomo
del Neolitico recente: dall'imponente ziqqurat di Monte d'Accodi edificato
verso il 2400 a.C. ai 170 nuraghi e alle vestigia romane del Il Secolo
d.C.
Dopo essere stata governata da un podestà alleatosi
prima con Pisa e poi con Genova, nel 1294 la città si costituì in libero
Comune e promulgò gli "Statuti Sassaresi" che rappresentavano l'organizzazione
giuridica, politica ed amministrativa della città.
Il successivo passaggio sotto la dominazione aragonese
segnò l'avvento di un secolo di ribellioni, carestie e pestilenze che
spopolarono la città, la quale rifiorì solo con la pace del 1420, riconquistando
la sua posizione dominante nel Nord della Sardegna.
Nel XVI secolo si vede una marcata influenza delle
tendenze italiane nell'architettura di Sassari, soprattutto grazie all'arrivo
dei Gesuiti e all'influenza degli architetti militari italiani chiamati
in città per costruire le fortificazioni che dovevano proteggere l'isola
dalle incursioni dei pirati.
Dopo la peste del 1652 e fino ai primi decenni del
XVIII secolo si assistette ad un vero boom dell'edificazione, soprattutto
per quanto riguarda gli edifici religiosi ed in particolare della cattedrale
di San Nicola.
Risale invece ai primi anni 30 del 1900 la notevole
crescita demografica, che diede origine al quartiere residenziale di
viale Italia, con case in stile nazionalista ed al quartiere popolare
di Monte Rosello, unito alla città dal Ponte dei Fasci, emblema del
fascismo Italiano. Dopo la seconda Guerra Mondiale la popolazione è
pressoché raddoppiata: da 72.000 agli attuali 130.000 abitanti.