GENOVA
Nel territorio di quella che sarebbe diventata Genova,
una prima presenza di Liguri si attesta intorno al tardo VI sec. A.c.
ed al III sec. A.c. Si tratta di una antichissima società diffusa in
tutta la Liguria la cui cultura si esaurisce contemporaneamente al crescente
potere della collettività costiera genuense intorno al II sec. A.c..
È in questo contesto che si inserisce l’origine dell’Oppidum Genuate,
che vede l’influenza di Roma perdurare fino il III sec. D.c. attraverso
le forme giuridiche del foedus equum e successivamente
del municipium.
È interessante sottolineare lo sviluppo dell’organizzazione
del territorio in ambito romano, che utilizza l’applicazione del raggio
dei mille passus (circa 1480 m.), ovvero la distanza militare,
contata a partire dal mercato (forum) di S.Giorgio, che suddivide
i beni urbani (civitas e castrum) da quelli rustici (suburbium).
Da questo tipo di suddivisione a fasce semicircolari concentriche deriva
l’assetto territoriale medioevale. Una delle pagine più importanti per
la storia di Genova si apre nel 1805, quando Napoleone, proclamatosi
Re d’Italia e Imperatore di Francia, unisce la Repubblica Ligure al
suo regno.
Prosegue così un periodo di riforme istituzionali
e civili e di provvedimenti riguardanti l’organizzazione del territorio
anche se contemporaneamente si assiste ad un rallentamento dell’attività
economica marittima. Dopo la sconfitta di Napoleone, il Congresso di
Vienna priva nuovamente Genova della propria autonomia annettendola
al Regno di Sardegna.
Verso la metà del secolo, grazie ad attenti interventi
politico amministrativi del Regno di Sardegna, la città ha una forte
ripresa economica testimoniata dall’espansione urbanistica borghese
fuori dalle mura. La storia della città a questo punto è legata alla
storia dell’Italia unita.
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