Asiago
Il
comune di Asiago si trova collocato nella provincia di Vicenza ed è
costituito da circa 7.000 abitanti; esso è la punta di diamante
dell'Altipiano dei Sette Comuni ed è anche il capoluogo della
Federazione dei Sette Comuni.
L'unica frazione di Asiago (Sasso di Asiago) come lo stesso comune è
suddiviso in contrade: Grulli, Chiesa, Gianesoni, Cotti, Caporai,
Lobba, Mori, Ecchelen, Ruggi, Sprunch e Colli; mentre le contrade
che compongono il comune di Asiago sono: Ave, Klama, Longhini,
Pènnar, Stocke, Laiten, Orkentaal (odierna Valdorco), Ebene,
Untargeicke, Podestà, Prüdegar (odierna Rodeghieri), Balde (odierna
Bosco), Büscar, Tulle, Bortune (odierna Bortoni), Làmara, Schacher,
Oba, Taal (odierna Valle), Bischofarn (odierna Vescovi), Hollar,
Rützer, Mosele, Mörar, Schbanz (odierna Coda), Kaberlaba.
Nei
dintorni di Valstagna, la frazione di Sasso di Asiago è collegata al
fiume Brenta tramite la scalinata più lunga del mondo, formata da
4444 scalini e ribattezzata “Calà del Sasso”.
Dal
punto di vista storico, la prima presenza umana è da annoverare in
era mesolitica e paleolitica con insediamenti in nuclei abitati solo
in età preromana senza però dimenticare trascorsi longobardi
rappresentati dai Goti.
Si
narra che tale popolazione sia originaria dello Jutland (Danimarca)
e che abbia tentato di invadere l'Italia ma con scarso esito perché
respinta dai soldati romani capeggiati da Gaio Mario.
La
leggenda racconta che sull'Altipiano dei Sette Comuni, l'esigua
comunità di questa popolazione abbia dato origine all'attuale stirpe
dei Cimbri.
Un'
altra ipotesi, però avente base poco salda, è l'origine del popolo
cimbrico, intorno alla fine dell'ottocento, dovuta alla migrazione
familiare di un gruppo di persone provenienti dalla zona di lingua
bavaro-tirolese (area della Germania del sud); Le perplessità nei
confronti di questal leggenda sono alimentate dal Bostel
(precisamente a Rotzo) in cui sono stati ritrovati reperti della
civiltà celtica e dalle caratteristiche toponomastiche
dell'Altipiano dei Sette Comuni tipiche delle culture nordiche.
La
storia linguistica del Cimbro è ancora viva nel bagaglio culturale
di molte persone che conoscono l'idioma di questa antica lingua.
Uno
dei governi democratici più remoti e millenari mai conosciuti nacque
dal 1310 al 1807 e prese il nome di Spettabile Reggenza dei Sette
comuni avente autonomia propria come testimoniarono un esercito e
moneta resi attivi all'interno di tale governo.
Quando ancora l'aggregazione dei Sette Comuni non aveva acquistato
la conformazione odierna, le popolazioni tedesche presenti sul suolo
dell'Altipiano, intorno al XIII secolo, dovettero proteggere
l'incolumità dei residenti dal tentativo di conquista di molti
nemici affamati di terre; tra questi risultano degli di nota il
bramoso signore di Castel Ivano della Valsugana.
Il
ghibellino Ezzelino III, tra il 1036 e il 1260, ricevette il
sostegno delle milizie provenienti dai vari comuni dell'Altopiano
(Asiago, Enego, Lusiana, Gallio, Foza, Roana e Rotzo), che
costituirono un'intesa militare.
La frase “Dise saint Siben, Alte Komeun,
Prudere Liben” (Questi sono i Sette Antichi Comuni, Fratelli Cari)
accompagnò i canoni riportati nello statuto della Spettabile
Reggenza dei Sette Comuni steso nel 1310.
Gli
Scaligeri di Verona adottarono sotto di essi la Federazione dei
Sette Comuni, che conservò la propria indipendenza amministrativa,
intorno al 1327; nel 1387 il controllo della Reggenza si spostò
nelle mani di una delle casate più potenti di Milano, i Visconti.
“La
sorveglianza” dei Visconti non fu però oppressiva, anzi ebbe un
carattere abbastanza permissivo lasciando inalterate le condizioni
che regolavano l'autonomia in vari campi (amministrativo,
istituzionale) e ammettendo privilegi e immunità nei confronti del
popolo dei Sette Comuni (ribattezzati “i tedeschi delle montagne del
distretto di Vicenza”).
Intorno al 1405 la Federazione dei Sette Comuni compì un atto di
sottomissione nei confronti della Repubblica di Venezia, la quale
dovette ringraziare l'uscita di scena delle casate dei Visconti e
degli Scaligeri dal panorama delle famiglie più potenti dell'epoca;
il gesto non fu proprio di dedizione ma bensì un accordo per
agevolare e promuovere lo sviluppo settoriale democratico ed
economico con un occhio di riguardo nei confronti di lana, legna,
carbone, artigianato e formaggio.
La
gestione interna di ogni comune fu lasciata nelle mani della
popolazione dell'Altopiano, che col passare degli anni si era
organizzata in varie frazioni costituite ognuna da gente imparentata
tra loro; ogni frazione veniva resa distinta dalle altre grazie al
cognome della famiglia relativa.
Ogni
delibera di qualsiasi natura veniva discussa all'interno di
riunioni, tra i vari capofamiglia delle diverse frazioni, in cui
venivano disegnati i governatori di ognuna di esse.
Il
consiglio della Reggenza era formato da un certo numero di
rappresentanti scelti a loro volta dai deputati, eletti dai
governatori, i quali avevano il compito di gestire
amministrativamente le tematiche relative al comune.
Il
22 maggio 1797 il doge Ludovico Manin sancì la scomparsa della
Repubblica Serenissima; tale declino fu segnato soprattutto da due
importantissimi eventi: l'invincibile ruolino di marcia di Napoleone
e la rivoluzione francese.
Lo
scontro tra le forze armate francesi e quelle dei Sette Comuni fu
evitato grazie alla convenzione raggiunta tra le due fazioni nel
luglio del 1797 e precisamente il giorno 22; se lo scontro ci fosse
stato, sarebbe stato impari visti i 1200 uomini comandati dallo
stratega francese Joubert.
Tale
accordo prevedeva l'esclusione dal pagamento dei dazi, la permanenza
in vigore delle franchigie e del pensionatico ovvero del diritto di
libero passaggio nelle zone demaniali militari e padane (della
pianura).
La
fiducia nel mantenimento dell'accordo da parte della Francia non era
molta, quindi i Sette Comuni decisero di presentare una richiesta a
Innsbruck, direttamente all'imperatore Francesco II d'Asburgo; nel
frattempo però, la situazione con la Francia si appianò grazie al
trattato di Campoformio (più precisamente Campoformido).
Il
24 febbraio 1798 i quattro rappresentanti dei Sette Comuni promisero
dedizione e ottemperanza all'imperatore austriaco che grazie al
trattato di Campoformio (più precisamente Campoformido), acquisì
vari territori del suolo italiano; però il destino dei territori dei
Sette Comuni sembrava non avere mai pace, infatti grazie alla
vittoria della Francia sull'Austria il Veneto fu integrato
nell'Impero francese di Napoleone e di conseguenza la Reggenza perse
la sua indipendenza e molti de suoi privilegi (1807).
Lo
statuto della Reggenza dei Sette Comuni era molto simile a quello
delle Gemeinde tedesche e svizzere per il suo carattere che
prediligeva il possesso della “comunità” sui pascoli, boschi ed
acque; infatti odiernamente è usanza considerare il territorio di
Asiago ne privato e ne demaniale ma bensì comunitario e cioè della
collettività riunita in “colonnelli” (frazioni) costituenti il
Comune di Asiago.
L'amministrazione era formata da 14 Reggenti (2 per ogni paese); le
scelte più urgenti venivano decise e discusse nelle Vicinie (o anche
Assemblee); la Reggenza era ramificata a Verona,Venezia,Vienna e
Padova per mezzo dell'operato dei diplomatici.
Napoleone Bonaparte pone fine alla Reggenza nel 29 giugno 1807 e nel
1866, con Veneto, provincia di Mantova e Friuli (esclusa Gorizia) i
Sette Comuni vennero annessi al Regno d'Italia.
Anche il conflitto mondiale, conosciuto come prima guerra mondiale,
colpì la città di Asiago che fu completamente distrutta dall'opera
devastatrice delle milizie in gioco; gli ossari del Monte Grappa,
del Pasubio e del colle Leiten (mastodontico monumento in cui sono
conservate le salme dei martiri del conflitto mondiale)
rappresentano simbolicamente la città di Vicenza.
I
cittadini dei Sette Comuni non rimasero impassibili al vento della
guerra che stava sconvolgendo il mondo intero, infatti la
popolazione di Asiago si sacrificò e si rese parte attiva durante la
seconda guerra mondiale nella lotta partigiana venendo insignita del
Valore Militare per la Guerra di Liberazione.
La
cittadina di Asiago è conosciuta anche perché ospita due degli
osservatori più famosi ed efficienti d'Italia in ambito
dell'astronomia ottica; tali osservatori sono controllati e gestiti
dall'Università di Padova e sono l'Osservatorio Astronomico di
Asiago e la Stazione Osservativa di Cima Ekar.
Nel
2006 avvenne un cambiamento geografico : gli otto comuni
dell'Altopiano (Conco, Foza, Lusiana, Rotzo, Roana, Enego, Asiago e
Gallio) con un voto pari al 94% decisero di tagliare i legami con il
Veneto e di annettersi alla Provincia di Trento.
Asiago è anche gemellata con Noventa Vicentina in provincia di
Vicenza e con le seguenti città sarde: Sinnai e Armungia
appartenenti alla provincia di Cagliari, Temio Pausania appartenente
ad Olbia-Tempio.
Dal
punto di vista sportivo, Asiago è rinomato per lo “sci di fondo” o
anche detto “sci nordico” grazie alle sue innumerevoli piste (500
chilometri di piste) e ai suoi sette centri di fondo; inoltre i suoi
750 chilometri di strade non asfaltate la rendono ideale per gli
amanti della Mountain Bike.
Ad
Asiago vi è anche un grande campo da golf a 18 buche, considerato
una delle più efficienti strutture in Europa; le squadre di Hockey
su ghiaccio (Asiago Hockey A.S.) e di hockey in-line (Asiago Vipers)
godono di ottima fama avendo vinto rispettivamente uno scudetto, tre
coppe Italia e una supercoppa (l'Asiago Hockey A.S.) e sei scudetti,
quattro coppe Italia e cinque supercoppe italiane e tre Champion's
League (l'Asiago Vipers) (questi dati risalgono al 2009).
Anche nel ciclismo, Asiago ha recitato il suo ruolo di protagonista
avendo ospitato svariate volte l'arrivo di tappa del Giro d'Italia
(la prima nel 1930).
Geograficamente Asiago è ubicata a 1000
metri sul livello del mare ed è confinante a sud con rilievi non
molto alti provvisti di boschi ad abete rosso e a nord con montagne
superiori ai 2000 m di altitudine.
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