Cesiomaggiore
Il Comune di Cesiomaggiore si
estende dalle zone montane del gruppo dolomitico del Cimonega (2548 m.) alla
riva destra del Piave.
La parte alta del territorio comunale fa parte del Parco Nazionale delle
Dolomiti Bellunesi: in essa si snodano, partendo dall'ancora selvaggia Val
Canzoi (dove, in località Orsera, vi è un centro di accoglienza del Parco),
numerosi sentieri segnati dal CAI che mettono l'appassionato direttamente a
contatto con le specie della flora e della fauna alpine più pregiate.
La parte bassa del comune
digrada dolcemente, tra colline e vasti prati, fino al Piave. Il territorio di
Cesiomaggiore era già abitato in epoca pre-romana, ma fu probabilmente la venuta
della "Gens Coesia" a stabilire il primo vero contatto con la laguna veneta
tramite la Via Claudia Augusta Altinate, che proseguiva oltralpe e della quale
resta tangibile testimonianza in un cippo commemorativo attualmente conservato
presso la villa delle Centenere.
Nel territorio comunale vi sono poi alcune chiese che rivestono notevole
interesse storico-architettonico: è il caso della Chiesa arcipretale dedicata a
S. Maria Assunta e della Chiesa di S. Vito Martire, entrambe nel capoluogo.
Ma delle svariate chiese che costellano le frazioni non possono non essere
almeno citate quella di S. Maria, con i suoi due preziosi affreschi
duecenteschi, a Fianema e la Chiesa della Visitazione alla Madonnetta, a Pez,
all'interno della quale si possono ammirare un maestoso altare ligneo attribuito
al Brustolon, sei tele di buona fattura veneta e una cancellata in ferro
battuto.
Di grande interesse culturale è il
Museo Etnografico della Provincia di Belluno
a Seravella di Cesiomaggiore, dove sono esposti oggetti della tradizione
popolare, gran parte dei quali raccolti e catalogati dal Gruppo Cesio Folk,
composto da danzatori e suonatori che ripropongono ballate e canti antichi,
frutto di un'accurata ricerca.
Una valenza particolare riveste inoltre il
Museo Storico della Bicicletta
"Antonio Bevilacqua". Una struttura privata inserita nell'ambito del club, dei
musei storici della bicicletta. I cimeli raccolti e restaurati da Sergio Sanvido
sono oltre 200 e coprono l'intero spettro evolutivo della bicicletta dall' 800
ai giorni nostri.
Fonte: comunicato stampa ricevuto in occasione della Dolomiti Park Road 2006
ed emesso dal comitato organizzatore
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