ROTORUA
Soprannominata “Sulphur City” per via del forte odore di zolfo
causato dalla presenza di geyser (Pohutu è il più famoso con i sui
20 metri di altezza), grazie a quest’ultimi può essere considerata
la città più importante da un punto di vista termale per la Nuova
Zelanda; se si aggiunge a questa sua peculiarità anche i rilevanti
gruppi maori insediati in essa, abbiamo di fronte una meta turistica
molto frequentata.
Il
primo centro termale fu inaugurato nel 1886, avviando così un
risorsa naturale che avrebbe contribuito alla ricchezza della città
di Roturua e dell’ intera nazione; le sorgenti termali curative più
conosciute sono le Polynesian Spa.
Ci
si può rilassare anche all’aperto nella piscina naturale del Waikite
Valley Thermal Pool alla temperatura di 39° C; una zona
caratteristica in cui si può nuotare nel fango bollente è il
Kerosene Creek.
Intorno al villaggio maori (che forma il 30% dei 53.000 della
popolazione totale) dei Ohinemutu si è sviluppata la città (situata
sul fiume Rotorua tra le regioni di Waikato e Bay of Plenty
nell’Isola del Nord) ; si possono visitare la St. Faith Anglican
Church e la Tamatekapua Meeting House.
La
St. Faith Anglican Church è una chiesa maori ricchissima di
decorazioni al suo interno, pannelli e incisioni; entrandovi, si
rimane colpiti dall’imponente e suggestivo Cristo coperto da un
mantello tipico delle tribù indigene.
La
Tamatekapua Meeting House è un’importante luogo di incontro per la
tribù Arawa; se ci si trova a Rotorua, non si può non visitare il
Rotorua Museum of Art and History (Bath House perché situato in un
edificio precedentemente adibito a funzioni termali); qui possiamo
approfondire le tradizioni, i costumi e le usanze e lo stile di vita
della tribù degli Arawa; per gli amanti delle piante e dei fiori, un
appuntamento da non mancare è la visita alla ricchissima serra di
orchidee posta all’Orchid Gardens.
Sempre in ambito di cultura Maori, presso il Maori Arts & Crafts
Institute si possono ammirare artigiani lavorare con tecniche
tipiche dei maori o assistere alla ricostruzione di un villaggio;
ci sono inoltre gallerie d’arte, una kiwi house ed essere rapiti
dalle folcloristiche danze maori mentre si gustano hangi (ovvero
pasti preparati in cavità ottenute scavando nella terra bollente).
Poco fuori il centro cittadino, possiamo recarci all’Hells Gate, un
percorso che gira attorno a zone in piena attività geotermica; l’Hells
Gate termina il suo percorso nelle cascate di Kakahi (le uniche con
acqua calda di tutto l’emisfero australe).
L’Agrodome
e la Rainbow Farm sono due granai che hanno la funzione di
esposizione di bovini e ovini; qui si tengono anche singolari gare
di tosatura delle pecore; le Rainbow Springs sono delle riserve
naturali formate da bacini sorgivi che hanno assunto la funzionalità
di un vero e proprio acquario grazie all’attività di riproduzione
messa in atto dalle trote.
Un’altra località degna di nota, per l’importanza termale che
ricopre è Waiotapu; al centro dell’Isola del Nord è situato il
vastissimo Lake Taupo che è sede di un rinomato centro turistico.
Lungo il fiume Waikato, si trovano le suggestive grotte di Waitomo;
si trovano a circa un centinaio di kilometri da Rotorua; sfruttate
turisticamente dal primo europeo che ci mise piede, dal 1989
appartengono ai legittimi proprietari maori, grazie all’intervento
del governo.
Delle grotte di Waitomo, le più famose sono quelle delle Lucciole
così chiamate per la presenza di lucciole che attorniano la piccola
imbarcazione che si appresta a navigare lungo un fiume sotterraneo.
Favolose anche le grotte di Aranui costituite da massicce stalattiti
e quelle di Ruakuri; per visitare quest’ultime grotte, bisogna
partecipare a gruppi black water rafting; ovvero si affronta un
tragitto di circa tre ore, stando seduti su una camera d’aria
vestiti con una muta e con sopra la testa un casco provvisto di
torcia.
Un’emozionante esperienza da provare consiste nel calarsi nel Mondo
Perduto, una grotta che si raggiunge scendendo in cordata di 100
metri (basti pensare che il corso di preparazione alla discesa dura
la bellezza di mezza giornata!); il percorso non esclude nessun tipo
di modalità: si prosegue a piedi, a carponi, traversando fiumi e
arrampicandosi.
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