WELLINGTON ( 41° 16’ 00” S / 174° 46’
00” E)
Capitale della Nuova Zelanda, in antica lingua maori il suo nome
diventa Te Whanganui-a-tara ovvero “grande porto di Tara”; però può
essere tradotto come Port Nick (dalla parola Poneke).
Per estensione (450.000 abitanti circa), viene superata solo da
Auckland per quanta riguarda le città neozelandesi; situata sullo
Stretto di Cook, che divide l’Isola del Nord dall’Isola del Sud, è
collocata nella parte sud più estrema dell’Isola del Nord ma
complessivamente considerando la totalità della Nuova Zelanda si
trova in una posizione accentrata; per compiere la traversata di
circa 3 ore (da Wellington a Picton e viceversa) vengono utilizzati
dei traghetti appositi.
A
causa del suo clima, però non è sempre vista di buon occhio dagli
abitanti della parte nord dell’Isola del Nord (venti fortissimi
d’inverno); a questa caratteristica climatica deve il nomignolo di
“the wind city” (città del vento).
Deve il suo nome al duca di Wellington (Dublino 1° Maggio 1769 –
Walmer 14 Settembre 1852), trionfatore nella battaglia di Waterloo
contro Napaleone segnando così il triste destino del famoso
imperatore e condottiero francese, esiliato sull’Isola di
Sant’Elena.
Con Auckland, fin da tempi remoti, è in corso la rivalità
riguardante il ruolo di capitale della Nuova Zelanda (reclamata
fortemente da Auckland per la sua vastità territoriale e importanza
economica e turistica).
Il
centro della città mescola edifici in pietra e palazzi
all’avanguardia in un mix equilibrato e bello a vedersi; tra le
costruzioni innovative e moderne, si possono ammirare le opere
architettoniche di uno dei più grandi architetti della Nuova
Zelanda: Ian Athfield.
Se
ci si sposta verso la periferia di Wellington, potremmo vedere
bellissime ville e complessi residenziali contornati da meravigliosi
centri commerciali; tra gli edifici da tenere a mente, c’è il
Beehive (alveare) ospitante il governo esecutivo del paese e simbolo
proprio di Wellington, il vecchio palazzo del governo (uno degli
edifici più grandi al mondo interamente realizzato in legno), la
National Library (la biblioteca più grande della Nuova Zelanda) e il
Katherine Mansfield Memorial (edificio in cui nacque la scrittrice
nel 1888 e sede di mostre con foto d’epoca e frasi tratte dai suoi
libri) ,l’Alexander Turnbull Library che conserva foto e libri
risalenti al primo periodo coloniale, l’Archivio Nazionale
contenente i documenti storici più importanti del paese (tra cui il
trattato di Waitingi con cui le tribù maori abdicavano i propri
diritti sull’Isola del Nord in favore del regnante inglese),
Thorndon ricca zona di edifici risalenti all’età vittoriana, l’Old
Saint Paul’s Cathedral realizzata totalmente in legno dal 1863 al
1864 con interni in stile gotico inglese,
Il
paesaggio collinare che circonda Wellington, ha permesso lo
sviluppo “pedonale” del suo centro abitato; se si capita nel periodo
tra febbraio e marzo, ci si può imbattere in diversi festival : il
Wellington Fringe Festival e il Dragon Boat Festival.
Il
Wellington Fringe Festival è di stampo teatrale e dura per un mese
intero e si svolge ogni due anni; qui si può assistere a spettacoli
musicali e teatrali; per alcuni aspetti è simile al festival che si
svolge ad Edimburgo.
Il
Dragon Boat Festival è una gara di canoe che si svolge nella baia di
Wellington, molto seguita da tantissime persone.
Il
porto di Wellington si disloca su tre isole quali Mokopuna, Matiu/Somes
Island e Makro/Ward Island; solo la seconda (Matius/Somes Island è
abbastanza estesa per ospitare un insediamento).
Passeggiando lungo il molo, incrociando giovani sfreccianti su
pattini, si può percorrere la zona del Queen’s Wharf ricca di negozi
e locali tipici del posto.
Wellington ha una conformazione tale da permettere escursioni
montane o passeggiate in bicicletta; oppure passatempi e discipline
(kayak, surf, pesca subacquea, immersioni) acquatiche lungo le
numerose coste e baie.
Se
vogliamo approfondire le nostre conoscenze storiche sulla Nuova
Zelanda e le popolazioni che lo hanno abitato e che continuano a
farlo, non possiamo non entrare nel Te Pa, il museo inaugurato nel
1998.
Realizzato in maniera sfarzosa, si presenta con soffitti la cui
altezza raggiunge i 20 metri, incroci di scale e ponti nelle parti
superiori dell’edificio,; tra i vari manufatti e suppellettili di
origine maori, possiamo ammirare un marae indigeno;esso consiste in
uno spiazzo rettangolare privo di alberi ma ricco di pietre e legni
che circondano tale area; quindi un vero e proprio luogo sacro dove
compiere riti tipici della tradizione dei popoli polinesiani.
All’ interno del Te pa, oltre a gallerie sull’ambiente e temi
riguardanti le prime colonizzazioni, possiamo trovare ristoranti,
caffetterie e un auditorium; la storia marittima della città è
invece documentata dal Maritime Museum.
Per una visita prettamente panoramica, possiamo usufruire della
funivia che porta da Wellington a Kelburn e godere del paesaggio che
si pone davanti ai nostro occhi durante il tragitto.
Passeggiando a piedi, si possono attraversare i Botanic Gardens nati
in origine per coltivare e proteggere i vegetali indigeni e ora
divenuti l’epicentro “verde” della città; a questo elogio alla
flora, gli estimatori della fauna possono trovare di buon gradimento
il Wellington Zoo,ospitante i caratteristici Kiwi (Apteryx) ,
uccelli tipici della Nuova Zelanda, i tuatara (dei rettili simili a
lucertole) e i weta (simile a cavallette ma molto più grandi).
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